Che cosa comunica di sè l’artista tragico? Non è appunto la mancanza di paura davanti al terribile e al problematico, ciò che egli ci mostra?…Il coraggio e la libertà del sentimento di fronte a un possente nemico, a una sublime avversità, a un problema che suscita orrore – questo è lo stato vittorioso che l’artista tragico sceglie ed esalta. Davanti alla tragedia il lato guerriero della nostra anima celebra i suoi saturnali; chi è avvezzo al dolore, chi va in cerca di dolore, l’uomo eroico, con la tragedia celebra la sua esistenza – a lui solo l’artista tragico mesce un sorso di questa dolcissima crudeltà.
Crepuscolo degli Idoli, Friedrich Nietzsche
(Il senso della vita)
Ho condotto una vita stupida: e allora? Chiunque abbia un po’ di cervello è consapevole di vivere una vita stupida anche mentre la sta vivendo. Chiunque abbia un po’ di cervello sa di essere destinato a condurre una vita stupida perchè non ne esistono di altro genere. Non è un fatto personale. Ciò nondimeno, Michey Sabbath, si proprio quel Michey Sabbath, uno di quella scelta compagnia di settantasette miliardi di imbecilli senza pari che costituiscono la storia umana, aveva gli occhi colmi di lacrime infantili mentre dava l’addio alla propria una e unica unicità con un “Chissenefrega” sconsolato e farfugliato.
(Il Frate Chiavatore)
La voce che gli consigliava di avere pazienza non riusciva più di tanto a farsi sentire. Tipi materni. Non poteva farsela sfuggire. In vita sua non aveva mai potuto lasciar andare una nuova scoperta. Il cuore della seduzione consiste nella perseveranza. La perseveranza, l’ideale dei gesuiti. L’ottanta per cento delle donne cede a una fortissima pressione se la pressione è persistente. Bisogna dedicarsi a fottere nello stesso modo in cui un monaco si dedica a Dio. La maggior parte degli uomini deve sistemare le scopate attorno ai bordi di quelle che definisce le faccende più importanti: far soldi, potere, politica, moda, e Dio solo sa cos’altro…L’ascetico Michey Sabbath, che ancora ci dà dentro, a più di sessant’anni. Il Frate Chiavatore. L’Evangelista della Fornicazione. Ad maiorem Dei gloriam.
(New York)
Si era perso la trasformazione di New York in un luogo completamente avverso alla buona salute e al vivere civile, una città che all’inizio degli anni Novanta aveva portato alla perfezione l’arte di uccidere l’anima…New York era una città andata completamente in malora, dove tranne la metropolitana non c’era assolutamente più niente di sotterraneo. Era la città in cui si poteva ottenere, a volte senza la minima fatica, a volte a un prezzo notevole, il peggio di tutto…Una vetrina della degradazione, traboccante del profluvio degli slums, delle prigioni e degli ospedali psichiatrici di almeno due emisferi, tiranneggiata da criminali, maniaci e da bande di ragazzini che avrebbero buttato all’aria il mondo per un paio di scarpe da basket. Una città dove i pochi che si prendevano il disturbo di affrontare la vita con serietà sapevano di sopravvivere a dispetto di tutto ciò che era inumano, o forse troppo umano: si rabbrividiva a pensare che tutto ciò che nella città risultava atroce in realtà mostrava l’umanità di massa come veramente desiderava essere.
Sabbath, poi, non si beveva tutte quelle storielle che descrivevano New York come l’inferno, prima di tutto perchè ogni grande città è l’Inferno: secondo, perchè se non ti interessano le più vistose depravazioni del genere inumano, allora cosa diavolo ci fai a New York?
(Vita spericolata)
Il problema rappresentato dalla sua vita non sarebbe mai stato risolto. Non era un genere di vita con scopi precisi, e i mezzi per realizzarli, una vita in cui fosse possibile dire: “Questo è essenziale e questo no, questo non lo faccio perchè non posso sopportarlo, e questo invece lo faccio perchè posso sopportarlo”. Non c’era modo di districare un’esistenza in cui la ribellione era l’unica disciplina, e di cui costituiva l’unico piacere.
(Nessuna purezza)
– Idioti ideologici! – proclamò il ragazzo in nero – Il terzo grande fallimento ideologico del ventesimo secolo. È sempre la solita storia. Fascismo. Comunismo. Femminismo. Tutti progettati per indurre un gruppo di persone a scagliarsi contro un altro gruppo. I bravi ariani contro le altre razze cattive che li opprimono. I bravi poveri contro i ricchi cattivi che li opprimono. Le brave donne contro gli uomini cattivi che le opprimono. Il depositario dell’ideologia è puro, buono e pulito, e gli altri sono malvagi. Ma lo sai tu chi è davvero malvagio? Chiunque pensi di essere puro è malvagio! …Non esiste la purezza! Non esiste! Non può esistere! Non deve e non dovrebbe esistere! Perchè è una menzogna! La sua ideologia e come tutte le altre ideologie, basata su una menzogna! Tirannia ideologica. È il male del secolo. L’ideologia istituzionalizza la patologia. Tra vent’anni ci sarà una nuova ideologia. La gente contro i cani. La nostra vita da gente è colpa dei cani. E poi, dopo i cani, cosa ci sarà? A chi daremo la colpa di aver corrotto la nostra purezza?
Il teatro di Sabbath, Philip Roth, 1995