Mese: Maggio 2018

Sensazioni forti, e il nulla attorno

L’autore che ha esplorato più in profondità le conseguenze sul consumo derivanti dal passaggio delle società occidentali all’ipermodernità è stato senza dubbio Mike Featherstone, prima dirigendo dal 1984 l’importante rivista teorica inglese “Theory, Culture&Society”, poi pubblicando il volume Cultura del consumo e postmodernismo (1994). […] Featherstone individuò cinque tratti caratteristici di tale fase evolutiva dei sistemi occidentali.

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Il turismo di massa

Da “Piccolo manuale per viaggiare da fermi”, Alessio Mulas, L’intellettuale dissidente

La caratteristica centrale del turismo di massa è la prevedibilità. Esso è modellato a livello industriale, serializzato, infinitamente riproducibile per nuovi turisti-consumatori. Si orienta in coordinate precise, costituendo geometrie degli spostamenti da un luogo di consumo all’altro. I pacchetti turistici ne sono esplicito manifesto, e basta esercitarsi nella lettura di resoconti sui siti di recensioni o nella visione dei videoblog di viaggio per notare l’uniformità di tali peripezie estranianti. Qualcuno l’ha definita «la globalizzazione del nulla». Barcellona, Parigi, Londra, le grandi mete del turismo propongono nel migliore dei casi un pallido surrogato di esperienze culinarie, artistiche, ludiche locali, e nel peggiore dei casi un pellegrinaggio in modernissimi luoghi di culto, vadano essi sotto il nome di Zara, H&M, Foot Locker, McDonald’s e altri colossi dell’abbigliamento come della ristorazione – cui siamo a tal punto assuefatti da ripeterne i nomi con inquieta familiarità.

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